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A
Museo Novecento
L’esposizione, che nasce come sezione all’interno della mostra Arturo Martini e Firenze, è dedicata a quel rapporto speciale che Martini, come tanti altri scultori, intrattenne con le Apuane, dove dai tempi dell’antica Roma si estraeva il marmo statuario, preferito dagli artisti per la sua purezza e luminosità.
Orari Mostra
Orario Invernale
Lunedì – Domenica
11:00
–
20:00
Giovedì
Il legame tra gli scultori del Novecento e il territorio versiliese è rinnovato dunque all’interno di questo nuovo progetto espositivo, che segue idealmente quello appena concluso e destinato a indagare il rapporto tra Henry Moore e la Toscana.
Il rapporto di Martini con Carrara e con il marmo presenta il carattere della scoperta e dell’avventura: lo scultore trevigiano vi approda alla metà del 1937, a seguito del contratto per il grande bassorilievo La Giustizia corporativa, destinato al Palazzo di Giustizia di Milano, e vi torna più volte, lavorando presso il laboratorio Nicoli.
Negli anni a cavallo fra il 1939 e il 1940 Martini matura anche un’insoddisfazione profonda nei confronti della statuaria monumentale che lo induce ad abbandonare temporaneamente la scultura per dedicarsi alla pittura, come testimonia il dipinto Le cave del marmo, esposto in mostra. Nel 1941 riceve però dall’Università di Padova l’incarico per eseguire un monumento in memoria dello storico latino Tito Livio. Si racconta che da uno scaglione del grande blocco del Tito Livio sia nata Donna che nuota sott’acqua, esito di una lunga gestazione intellettuale.
Solo allora lo scultore trova infatti i mezzi linguistici per dare corpo all’impressione avuta, anni addietro, dalla visione del film Ombre bianche (White Shadows of the South Seas) del 1928, ambientato in Polinesia e interpretato dalla messicano-tahitiana Raquel Torres, bella come una dea primitiva.
Martini decide di completare la scultura decapitandola e, con un colpo netto e spietato, trasforma così «l’opera da “datata” in “eterna”», come osserverà Carlo Nicoli. La ricerca estrema condotta da Martini negli anni Quaranta trova dunque sintesi nella Donna che nuota sott’acqua, che fluttua sospesa, galleggiante nello spazio, su tre perni metallici ideati dall’architetto Carlo Scarpa per la prima presentazione dell’opera alla Biennale di Venezia del 1942.
Come nel volume edito da Nonveiller si proponeva, con una ricca sequenza di immagini, un’osservazione attenta e da più punti di vista della Donna che nuota sott’acqua, così si offre qui l’opportunità rara di osservare, con la dovuta calma, questa clamorosa risposta di Martini alla statuaria del suo tempo.
-Lucia Mannini
Artista
Arturo Martini
1889, Treviso – 1947, Milano
Curatela
Lucia Mannini
Eva Francioli
Stefania Rispoli
Coordinamento Scientifico
Francesca Neri
Luca Puri
Social
Giulia Spissu
Identità Visiva
Dania Menafra
Crediti Fotografici
Serge Domingie