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La prima personale in un museo italiano della pittrice britannica Anj Smith (Kent, Regno Unito, 1978) ospita una selezione di 12 opere in cui i paesaggi interiori dell’artista, popolati da volti, animali ed elementi surreali dipinti con grande maestria, dialogano con la straordinaria raccolta d’arte antica del Museo Stefano Bardini.
Orari Mostra
Lunedì – Domenica
11:00
–
17:00
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Le sale del museo sede della collezione dell’antiquario e connoisseur fiorentino Stefano Bardini tornano ad ospitare un’artista contemporanea, Anj Smith, la cui opera seduce e ipnotizza chi la osserva. I suoi dipinti, realizzati con una perizia pari a quella di un miniaturista medievale o di un artefice di nature morte fiammingo-rinascimentali, non hanno nulla da invidiare a certi maestri del tempo antico.
Come artista concettuale, il senso del mio lavoro risiede tanto nella stratificazione cromatica dei pigmenti quanto nella risposta dello spettatore. Una riflessione importante per chi si occupa di arte oggi è la necessità di sottrarsi al sonnambulismo culturale imperante. È necessario sfidare le convenzioni calcificate e le narrative semplificate che ostacolano il progresso della conoscenza
– Anj Smith
La raffinatezza e l’eleganza con cui sono costruite le rappresentazioni sembrano condividere il senso di fragilità e caducità della natura. Il suo lavoro è una straordinaria, attualissima, risposta alla vanitas più classica, una riflessione sul rapporto promiscuo ma affascinante tra bellezza e morte, tra pienezza e vacuità, tra piacere e insoddisfazione. I paesaggi di Anj Smith sono fantasie interiori da cui emergono creature ibride e oniriche. La storia dell’arte si combina con quella della moda, l’illustrazione scientifica con l’immaginario gotico, l’iconico con la retorica delle simbologie e allegorie medievali e rinascimentali. L’osservatore è invitato ad avere pazienza e a guardare con curiosità per entrare in queste meravigliose Wunderkammern, fare un viaggio che non è solo ottico ma mentale tra i repertori iconografici e le arti minori.
Come ogni grande capolavoro del passato, l’arte di Anj Smith ha un approccio, in primo luogo, radicalmente contro-culturale, in un clima attuale in cui l’informazione visiva viene costantemente divulgata per un consumo superficiale e frettoloso. Questa urgenza a rallentare, ragionare e pensare è pensata dall’artista come un balsamo per lenire il nostro presente tormentato.
In secondo luogo, “la pausa richiesta per apprezzare appieno queste opere permette di ottenere molto più di questa agognata tregua dal rumore di fondo delle nostre vite complesse”, dichiara l’artista. Fondamentalmente promuove e coltiva un pensiero critico che trascende il piacere estetico, e che ha un indiscutibile valore di per sé. Per questo trova giusta collocazione nella città di Firenze, luogo in cui questa esplorazione e rivalutazione dei contesti storici non rappresenta nulla di nuovo. Firenze incarna una continua rivalutazione e rielaborazione di storie, un processo di comprensione che ha assicurato la continuazione del suo canone.
Ogni volta che mi trovo a Firenze percepisco la sua irresistibile e provocatoria magia e mi sento di nuovo ispirata ad aprire nuove frontiere.
– Anj Smith
Artista
Anj Smith
Kent, Regno Unito 1978
Curatela
Sergio Risaliti
Coordinamento Scientifico
Francesca Neri
Luca Puri
Social
Giulia Spissu
Identità Visiva
Dania Menafra
Crediti Fotografici
Serge Domingie