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Dopo essere stato protagonista della Florence Art Week con il progetto Water Spell, Emiliano Maggi (Roma, 1977) torna a Firenze con la personale Songs and Spells (2 dicembre 2022 – 13 marzo 2023), una mostra a cura di Caroline Corbetta concepita per le sale del Museo Stefano Bardini.
Orari Mostra
Museo Stefano Bardini
Lunedì – Domenica
11:00
–
17:00
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Ultimo episodio del suo progetto per la città di Firenze – avviato lo scorso settembre con la performance Water Spell, che ha visto l’artista risalire l’Arno a bordo di un’imbarcazione accompagnato dai musici del Corteo Storico fiorentino, seguita dalla realizzazione dei premi per RINASCIMENTO+, riconoscimento internazionale al mecenatismo e collezionismo d’arte contemporanea – la mostra si presenta come un suggestivo viaggio attraverso la stratificazione di epoche, stili e oggetti all’interno delle sale del Museo Bardini.
Con Songs and Spells l’artista instaura una connessione con la stratificazione sintetica di epoche e stili del museo fiorentino. Oltre una ventina di sculture in ceramica realizzate da Maggi dal 2018 ad oggi, con fogge e finiture diverse, ora opache ora lucidissime, e una piccola serie di nuovi dipinti, compongono un percorso espositivo incentrato sul tema della metamorfosi dove ogni soggetto è catturato in un momento di trasformazione. Busti le cui fattezze paiono sul punto di liquefarsi o ricomporsi sotto l’effetto di un incantesimo, parti anatomiche in cui si innestano elementi animali, ma anche oggetti-sculture attraverso cui la presenza umana è evocata come l’eco di una canzone.
“Lavorare con un patrimonio storico-artistico come quello del Museo Bardini rappresenta, per l’artista ma anche per il curatore, un’occasione unica di scambio con la tradizione, tra affinità e discontinuità, che contestualizza l’arte di oggi e attualizza quella del passato” dichiara Caroline Corbetta, curatrice della mostra. “Emiliano Maggi rivendica il potere dell’immaginazione di riattivare il passato mettendolo in connessione con il presente dando luogo ad una sintesi artistica generativa. L’ibridazione messa in atto dall’artista non è solo cronologica e stilistica: le creature incantate, senza genere e specie definiti, che ha plasmato e dipinto alludono ad un’immaginifica armonia tra uomo e natura”.
Così come nelle precedenti occasioni, Maggi affonda le mani nel passato della città, nel suo patrimonio artistico, per plasmare nuovi miti, questa volta in un luogo d’eccezione: la sede della collezione dell’antiquario e connoisseur fiorentino Stefano Bardini, noto come il “Principe degli antiquari”, di cui quest’anno si celebra il centenario dalla scomparsa.
Artista visivo e musicista, performer, pittore e scultore, Maggi mette in scena uno spettacolo continuo dove brandelli di leggende popolari, film dell’orrore, letteratura erotica e poesia romantica si innestano uno sull’altro creando un paesaggio estetico ibrido e mutevole, magico e insieme lugubre. Le sue opere sono frutto di una relazione intuitiva con una molteplicità di tecniche e linguaggi: dalla scultura alla performance, dalla pittura alla musica e alla danza.
EMILIANO MAGGI
Nato a Roma nel 1977, esplora la costituzione e la disintegrazione del sé attraverso opere che, ampliando la gamma della rappresentazione figurativa, evocano regioni astratte oltre il regno della riconoscibilità. Una ricerca concentrata sulla forma umana che, nella visione dell’artista, include non solo il corpo ma anche la mente, l’immaginazione e l’anima. Le sue opere nascono da un rapporto intuitivo con una vasta gamma di tecniche e materiali – dalla pittura alla scultura, dalla performance alla danza, alla composizione di suoni ed elementi musicali- e formano un mondo in cui si intrecciano antropologia culturale, iconografia delle fiabe, cinema horror, fantasy e di fantascienza, letteratura erotica e immaginario rurale. Negli ultimi anni, la ceramica è diventata linguaggio privilegiato con cui l’artista si riferisce al corpo umano in maniera indiretta, anche attraverso vestiti o calzature, per affermare il valore dell’ambiguità, liberando l’immaginazione verso una realtà anticonformista, più libera e plurale.
Tra i musei, le istituzioni e le gallerie che hanno esposto i suoi lavori si ricordano: Setareh Gallery, Dusseldorf Germany; Museo Palazzo Abatellis, Palermo Italy; Museo Maxxi, Rome Italy; Museo Macro, Rome Italy; Revolver Galeria, Buenos Aires, Argentina; Museo Nazionale e Antica Città di Cosa, Ansedonia, Italy; Nomas Foundation, Rome, Italy; Operativa Arte Contemporanea, Rome, Italy; Museo Civico di Castelbuono, Palermo, Italy; Certosa di Padula, Salerno, Italy; Fondazione Menegaz, Palazzo Clemente Castelbasso, Italy; MRAC, Musée régional d’art contemporain Occitanie, Sérignan, France; Revolver Galeria, Lima, Perù; Villa Lontana Fondazione Santarelli , Rome, Italy; Mimosa House, London UK; American Academy in Rome, Italy; Lorcan O’Neill Gallery, Rome, Italy; Foro Palatino, Rome, Italy; Q21, Vienna, Austria; Swiss Institute, Rome, Italy; Mona Museum, Hobart, Tasmania; Macro Testaccio, Rome, Italy; Italian Institute of Culture, Los Angeles USA.
Artista
Emiliano Maggi
Roma, 1977
Curatela
Caroline Corbetta
Direzione Artistica
Sergio Risaliti
Coordinamento Scientifico e Organizzazione
Francesca Neri
Stefania Rispoli
Jacopo Manara
Press
Costanza Savelloni
Lara Facco
Lara Facco P&C
Social
Giulia Spissu
Identità Visiva
Archea Associati
Ph Credits
Leonardo Morfini