Quando e dove
Presentazione del libro a cura di Laura Vecere
Intervengono Carlo Sisi e Franco Speroni
Sarà presente l’autrice
L’autoritratto, genere da sempre praticato nel linguaggio artistico, nel contemporaneo mette all’angolo il paradigma della somiglianza fisionomica mantenendo tuttavia la ‘presenza’ dell’autore nell’opera, svelandola in indizi e sintomi che mostrano un agire da un piano più ‘arretrato’ rispetto a quello dell’apparenza immediata del visibile. Oggi l’autoritratto si dà in costellazioni di modalità talvolta difficilmente imparentabili tra loro.
Approfondendo il lavoro di un gruppo di artisti, dagli anni sessanta ad oggi (Robert Morris, Luciano Fabro, Bruce Nauman, Giulio Paolini, Jan Vercruysse, Renato Ranaldi, Cindy Sherman, Daniela De Lorenzo, Gillian Wearing e Mark Wallinger), il saggio ritrova un filo conduttore del rinnovamento radicale di questo soggetto nella relazione particolare che ciascun artista istituisce con la grande tradizione. Un legame basato sull’assimilazione di processi metamorfici che da sempre determinano l’operatività artistica. Cambiano le pratiche, le tecnologie e i linguaggi e anche il modo in cui l’artista guarda sé stesso come soggetto-oggetto di riflessione, soprattutto dopo la dissoluzione della rappresentazione ampiamente consumatasi nel corso degli ultimi due secoli.
Laura Vecere
Laureata in Architettura presso l’Ateneo di Firenze nel 1976, esercita dal 1977 la docenza di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Dal 1991 al 1997 è stata corrispondente per la Toscana de “Il Giornale dell’Arte” e tuttora collabora con riviste specializzate di arte contemporanea. Autrice di saggi e libri riguardanti il tema della città, dell’architettura e del giardino ha ideato e curato Dopopaesaggio, una manifestazione di arte territoriale nata in Tosacana a Fiano (1996 – 2006). Il progetto si è sviluppato attraverso convegni, pubblicazioni specializzate, mostre nei musei di Certaldo e Palazzo Pitti e, soprattutto, con realizzazioni permanenti: i giardini (realizzati tra Fiano e Certaldo) ideati da artisti quali Remo Salvadori, Hidertoshi Nagasawa, Marco Bagnoli e Fabio Cresci. Tra il 2002 e il 2009 ha curato una serie di mostre monografiche di artisti toscani contemporanei presso il Museo Marino Marini di Firenze. Nel 2005 ha curato la mostra, Sopra-Luoghi, Museo del Paesaggio Verbania Pallanza, e Nagasawa, alla Galleria Il Ponte di Firenze. Nel 2008 cura una mostra sulla conflittualità etnica: Una ciliegia sul tram, Galleria Il Ponte, in collaborazione con lo studentato di Rondine (cittadella della pace) e gli artisti Fabio Cresci e Stefano Tondo; nel 2008 cura la mostra Cinque pezzi facili, Spazio D’A, Empoli. Nel 2010 insieme a Gianni Pozzi e Susanna Ragionieri cura la mostra e il catalogo di Start Point/Accademia in mostra e la successiva edizione, con gli stessi curatori: Start Point 2011/2012; nel 2013 scrive su: Piero Manzoni, il “disegno” senza referente/ Giulio Paolini, la prospettiva senza oggetto in Il disegno dopo il disegno. Le molte vite di un medium antico (a cura di ) V. Bruni, S. Socci, F. Speroni, Pisa, 2013 e, il Ritratto dell’artista come Fauno/Pan, in Passeggeri, Galleria La Corte Arte Contemporanea. Nel 2014, cura la mostra e il catalogo di Alessandra Zurczak alla Galleria Il Ponte, Firenze; nel 2016 scrive Destinato a fallire? per Stefano Tondo – Il Grande Uccello, Galleria da Mihi, Berna.
Immagine: Giulio Paolini, Autoritratto, 1968