Quando e dove
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Museo Novecento
Il primo appuntamento di questo ciclo è stato affidato al curatore Lorenzo Bruni che ha scelto di presentare tre installazioni realizzate tra il 2009 e il 2016 per innescare un dialogo site-specific con un dipinto di Felice Casorati, Nudo giallo (1945), individuato tra quelli della Collezione Alberto della Ragione.
Il percorso espositivo inizia con le immagini in bianco e nero di “Singspiel”, un video del 2009, per giungere, alla fine del percorso al colore di “It Has a Golden Sun and an Elderly Grey Moon” del (2016), proiettato all’interno della cappella del museo, un piccolo gioiello di architettura religiosa riservata alle installazioni artistiche contemporanee. Il nucleo centrale dell’esposizione è caratterizzato da una tenda-sipario di colore blu che va guardata e attraversata come un dipinto astratto (“Blue Curtain” del 2015).
L’obiettivo della von Brandenburg è quello di creare una narrazione in cui lo spettatore sia chiamato a valutare in prima persona i vari riferimenti culturali delle opere in mostra, al fine di rispondere a una domanda di grande attualità: quali valori, forme o categorie del “Modernismo” vale la pena ricordare oggi per la costruzione di una identità che sia partecipata e non solo imposta? L’esposizione è stata pensata come una rappresentazione in tre atti in cui lo spettatore si ritrova ad interrogarsi su quale sia il limite tra la realtà e la sua rappresentazione, e quali possano essere oggi le forme rituali utilizzate per stabilire canali di condivisione tra la dimensione locale e l’altro da sé.
“Di un sole dorato” coinvolge lo spettatore fisicamente e mentalmente, per farlo riflettere su temi di enorme portata quale la trasmissione del sapere nelle società globali, tecnologicamente avanzate, e il ruolo del singolo soggetto nella descrizione di quella che può essere definita società civile al tempo delle post-ideologie e dei social network. Singspiel del 2009 è il video che accoglie lo spettatore nella prima sala del Museo Novecento, assieme a una serie di sgabelli e sedie che vogliono suggerire un esempio di formalismo modernista. Il video, già presentato alla Biennale di Venezia, è stato girato come un unico piano sequenza dentro Villa Savoye fuori Parigi ed è caratterizzato da immagini in bianco e nero animate da una luce morbida e sensuale. La camera da presa segue un gruppo di persone che cercano di popolare gli spazi dell’abitazione costruita tra il 1928 e il 1931 da Le Corbusier, maestro dell’architettura razionalista. Le note di un lieder tedesco invadono lo spazio ed evidenziano il teso rapporto tra gli individui e quel contesto architettonico così carico di storia e di ideologia.
La seconda sala invece è caratterizzata da “Blue Curtain” del 2015, un sipario che copre la visuale solo in parte. La tenda, simile a quella utilizzata per aprire e chiudere la scena di un palcoscenico, diventa la soglia che separa e unisce lo spazio della realtà e quello dell’illusione. In questo caso evoca anche il limite tra l’astrazione e la figurazione, quindi tra forme e categorie del pensiero e dell’arte.
Da una parte il quadro di Felice Casorati datato 1945, e dall’altra il collage “Kostüm des Banditen Gasparone” realizzato da Ulla von Brandenburg in Sardegna nel 2013. Il teatro e la scenografia rappresentano un altro punto di contatto tra l’artista tedesca e il pittore italiano, educato agli studi classici e musicali, tra i protagonisti della scena culturale e industriale torinese assieme a Casella, Persico e Gualino e profondamente ispirato dal simbolismo europeo e dalla Secessione viennese. Fautore come altri artisti dell’epoca di un’arte totale, anche Casorati si dedicò alla scenografia. Esempio di questa sua passione sono i bozzetti per le scene de La vestale, l’Elettra, la Norma, Didone ed Enea eseguite al Maggio Musicale Fiorentino tra il 1933 e il 1960.