Quando e dove
Da
A
Museo Novecento
In occasione del Giorno della Memoria il loggiato esterno del Museo Novecento ospita l’installazione Chinese Whispers, una collaborazione tra gli artisti Simona Andrioletti e Riccardo Rudi. L’opera nasce da una riflessione sulla poesia Girovago di Giuseppe Ungaretti e riflette sulla condizione umana di esseri nomadi.
Orari Mostra
Orario Invernale
Lunedì – Domenica
11:00
–
20:00
Giovedì
L’installazione Chinese Whispers, frutto di una collaborazione tra gli artisti Simona Andrioletti (Bergamo, 1990) e Riccardo Rudi (Ponte dell’Olio, 1989), nasce da una riflessione sulla poesia Girovago di Giuseppe Ungaretti. Il progetto, curato da Stefania Rispoli e Eva Francioli e ospitato nel loggiato esterno del Museo Novecento in occasione del Giorno della Memoria dal 23 al 27 gennaio 2020, si interroga sulla condizione umana di esseri nomadi.
Nove persone di nazionalità diversa (italiana, inglese, cinese, hindi, spagnola, araba, francese, tedesca ed ebraica) che hanno lasciato il loro paese di origine recitano i versi della poesia nella propria lingua madre. Dal loro incontro nasce una traccia audio che risuona all’interno dell’architettura rinascimentale del loggiato, un coro di voci che si espandono e si sovrappongono fino a perdersi l’una nell’altra come gli strumenti in un’orchestra.
L’installazione si compone inoltre di nove stendardi che riportano il verso Cerco un paese innocente tradotto in più lingue: un messaggio da far circolare di bocca in bocca, di orecchio in orecchio, in una sorta di telefono senza fili (Chinese Whispers è appunto l’espressione utilizzata nella lingua inglese per indicare il “telefono senza fili”).
Simona Andrioletti
(Bergamo, 1990) vive e lavora a Monaco di Baviera. Dopo aver studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera con Gianni Caravaggio, all’École Nationale Supérieure des Beaux Arts di Lione, perfeziona la sua formazione all’Akademie der Bildenden Künste di Monaco di Baviera con Gregor Schneider e Olaf Nicolai. Il lavoro di Simona Andrioletti si sofferma sulle dinamiche della collaborazione, sfidando l’idea di autorialità artistica e lasciando che altre persone interferiscano con il processo di creazione delle sue opere. Ha esposto al Kunstverein München e.V (Quality Time, a cura di Matthew Post e Chris Fitzpatrick), Stiftung Federkiel (Chinese Whispers, a cura di Alina Eisner e Karsten Schmitz), Nir Altman Galerie (I shot Mercury to make this exhibition, a cura di Claudia Contu), Halle6 (Exist, a cura di Maria Justus e Torsten Mühlbach) a Monaco di Baviera. Al Réfectoire des Nonnes (Incontro, a cura di Bernhard Rüdiger e Gianni Caravaggio), Palais Bondy (Fomosapiens, a cura di Hotel Triky) a Lione. A Via Farini, Milano (L’intimità dell’immagine come luogo in comune, a cura di Gianni Caravaggio), al Waterworks Falkenstein (Delta15, a cura di Josephine Pasura, Lara Loeser, Pauline Von Katte) ad Amburgo. Nel 2019 ha partecipato al programma di residenza di TheBlank a Bergamo e alla Residenza Lac o Le Mon. È stata selezionata tra i finalisti del Talent Prize nel 2016, 2017 e 2019 e ha partecipato alle relative mostre al Macro e al Mattatoio di Roma.
Riccardo Rudi
(Ponte dell’Olio, 1989) vive e lavora tra Milano e Monaco di Baviera. Ha studiato Design della Comunicazione presso il Politecnico di Milano (2011), ha ottenuto un Master in Design for Contemporary Art presso l’Eesti Kunstiakadeemia di Tallinn (2014), la laurea specialistica in Design for Publishing presso l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Urbino (2015) e ha poi proseguito gli studi presso l’Akademie der Bildenden Künste di Monaco di Baviera studiando nella classe di Olaf Nicolai. La sua pratica artistica è un costante dialogo tra dimensioni diverse. I suoi lavori spaziano dalla produzione cinematografica e sonora a quella editoriale fino a progetti prettamente digitali come siti web, videogames e interventi sui social networks. Ha esposto presso Galerie der Künstler BBK (A Tree Is Best Measured When It Is Down, a cura di Anja Lückenkemper e Julia Maier), Stiftung Federkiel (Chinese Whispers, a cura di Alina Eisner e Karsten Schmitz), Metropol Kunstraum (If your phone doesn’t ring, it’s me, a cura di Markus Michalke) e Halle6 (Exist, a cura di Maria Justus e Torsten Mühlbach) di Monaco di Baviera. Presso il Palazzo Ducale di Urbania (Sedimenta curata Luigi Pieracini), Kanuti Gildi Saal (Poster+Performance a cura di Tanel Rander), Museo Pecci Milano (BYOB By Rafaël Rozendaal a cura di Domenico Quaranta). Ha partecipato alla residenza artistica Longega Project nel 2017 e alla Residenza Lac o Le Mon nel 2019. Oltre alla pratica artistica segue
un’attività di ricerca con il gruppo Athanor (del quale è co-fondatore) e l’attività di regia con il collettivo Bendo. Da diversi anni collabora con altri artisti per la creazione di libri d’artista e pubblicazioni.